La saccarina: un elemento chimico dal nome sentito spesso e volentieri o letto sulle bustine di qualcosa di alimentare, semplicemente; ma c’è di più e per saperlo bisogna parlare di zuccheri.
Oggigiorno va di moda la frase “mangiare consapevoli”: ma se si vuole mangiare più consapevoli occorre anche un minimo di base informativa su prodotti dell’industria alimentare di raffinazione.
Tra questi vi è lo zucchero che è un prodotto coltivato in natura, quindi derivante dall’agricoltura, ma giunto nella forma che conosciamo grazie a procedimenti di raffinazione che ne alterano l’aspetto ed alcune qualità; in buona sostanza lo zucchero che vediamo nelle bustine per il caffè o negli contenitori per la cucina non è equivalente al prodotto come raccolto dalla pianta di canna da zucchero, appunto.
IN ogni caso la produzione di zucchero è rimasta collegata alla sorte di intere nazioni le quali destinavano appezzamenti di terra vastissimi alla coltivazione di questo prodotto, a volte nazioni coloniali che cercavano spazi in terre lontane ed esotiche per favorire questa produzione agricola e avviare il commercio di ciò che era, ed è, una risorsa.
Il problema che si è creato, però, sta nella sovrapproduzione che ne è derivata in tempi di rivoluzione tecnica e meccanica dell’agricoltura e quindi di una sostanziale industrializzazione della stessa agricoltura: la sorella povera.
IN tal modo, già un secolo fa, ci si rese conto che l’uso dello zucchero per l’alimentazione era un possibile problema per la salute, non in senso immediato, ma in seguito a procedimenti nocivi indotti nell’organismo a causa di questo prodotto cui si è fatta l’abitudine per qualsiasi paese e per i suoi abitanti.
Lo zucchero, insomma, è diventato quasi un nemico pubblico ed ha danneggiato alcune nazioni tradizionalmente ricche di barbarbietola e canna da zucchero.
Ma proprio per questo la popolazione non si è rassegnata ad una alimentazione amara e già cento e più anni fa iniziava la sperimentazione di alternative possibili.
Una tra le tante ma sicuramente la più antica è la saccarina, in epoca moderna, scoperta dal ricercatore Fahlbeng nel 1878 (brevettò successivamente questa sostanza) per ridare dolcezza a cibi tradizionalmente dolci ma senza permettere un certo tipo di ritorno in negativo sull’organismo umano che, tradizionalmente, ama i sapori dolci nei dessert e nella frutta a macedonia.
Da allora tanta strada è stata fatta ed oggi, per la fortuna di molti, nei Bar si trova anche la saccarina in bustine per permettere a chi non può assumere zuccheri per via di inibizioni mediche o di altro genere, di gustarsi un buon caffè o cappuccino.